Di Luisa Bazzanella Dal Piaz
dal catalogo della mostra, 1995
L’artista ha trovato ultimamente un appellativo quanto mai efficace per le sue opere, “costruzioni tessili”, un’ottima definizione – guida per capire la genesi della sua creatività in quanto richiama i due poli fondamentali della formazione: gli studi di architettura, da cui trae elementi geometrici primari essenziali alla definizione dello spazio e la tessitura a mano, da cui ricava un nastro visto semplicemente come materia duttile da comporre.
Corpi solidi e intreccio tessile diventano strumenti per dare forma ad un mondo fantastico.
Il flusso dei pensieri, che accompagna il lavoro lento e paziente della costruzione della trama, ha fatto emergere tra il lavoro abile delle dita, l’esigenza di liberare la propria creatività e trovare insieme una soluzione concreta alla progettazione.
Antonia Zecchinato struttura la forma in maniera inflessibile seguendo l’andamento delle sezioni complementari del cerchio, del quadrato, del cono, del cilindro, verso un’espansione sempre più spinta nello spazio. Le sue costruzioni sono delle volumetrie morbide e monocrome su cui risalta la policromia di un nastro tessuto con fili di seta sintetica che fissa delle simmetrie, scandisce la scalarità dei volumi, produce nuovi equilibri formali.
Lo stesso rigoroso ordine cromatico è condotto secondo variazioni progressive di colore in analogia con la rigidità computeristica che definisce le immagini per punti e nello stesso tempo richiama la valenza cromatica puntillista densa di luce e addirittura iridescente per la qualità della materia, ma precisa nel definire le forme.
L’artista è artefice di una ricerca del tutto personale all’interno delle molteplici proposte espressive odierne, nella combinazione di volumi e colori con risultati a volte giocosi quando il nastro policromo cerca di forzare la forma conclusa per irrompere nello spazio verso nuove direzioni.